Gerarchia degli angeli

Le Gerarchie angeliche nei mosaici del battistero di Firenze (XIII secolo). Dall'alto in senso orario: Angeli, Arcangeli, Potestà, Dominazioni, Cherubini e Serafini, Troni, Virtù, Principati

Secondo la tradizione ebraica e successivamente cristiana, gli angeli sono organizzati in una gerarchia di differenti ordini, detti nel medioevo cori angelici.

Queste gerarchie consistono in entità intermedie tra Dio e gli uomini, in quanto collegano e descrivono il rapporto esistente fra l'assoluta trascendenza divina e la sua attività nel mondo.[1]

Lo Pseudo-Dionigi l'Areopagita, nel libro De coelesti hierarchia, indica alcuni passaggi del Nuovo Testamento, nello specifico la Lettera agli Efesini[2] e la Lettera ai Colossesi,[3] sulla cui base costruire uno schema di tre gerarchie, sfere o triadi di angeli, ognuna delle quali contiene tre ordini o cori. In decrescente ordine di potenza esse sono:

A partire da antiche tradizioni misteriche, ogni gerarchia era identificata inoltre con una delle orbite degli astri, dalle quali proveniva un coro, un'armonia recondita conosciuta come «musica delle sfere».[4]

Nel canto ventottesimo del Paradiso dantesco è esplicita l'identificazione delle Gerarchie con le sfere celesti, disposte in cerchi concentrici attorno a Dio: «un punto vidi che raggiava lume /
acuto sì, che 'l viso ch'elli affoca /
chiuder conviensi per lo forte acume; /
e quale stella par quinci più poca, /
parrebbe luna, locata con esso /
come stella con stella si collòca
» (vv. 16-21).[5]
  1. ^ Grande Enciclopedia Illustrata della Bibbia, PIEMME, 1997, I, 56.
  2. ^ Ef 1,21, su laparola.net..
  3. ^ Col 1,16, su laparola.net..
  4. ^ Cfr. AA.VV., La musica, pp. 46-47, Jaca Book, 2000; anche Rivista d'Italia, volume 2, pag. 369, Società editrice Dante Alighieri, 1900.
  5. ^ Illustrazione di Tommaso Piroli (1793).

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